Di: Dr. Mario Talvacchia
Psicologo e Psicoterapeuta. Scuola Italiana di Ipnosi e  Psicoterapia Ericksoniana (S.I.I.P.E.)

Per stato di coscienza alterato s’intende uno stato di coscienza diverso dallo stato ordinario, o di base, caratterizzato dalla veglia lucida. “Noi chiamiamo lo stato normale “lucido”, o di coscienza chiara” (K. Jaspers, Psicopatologia Generale, pag.148).
Uno stato di coscienza alterato è caratterizzato da uno spostamento qualitativo nel modo di funzionare della mente, senza implicare il concetto di patologia.
Le alterazioni della coscienza sono di genere molto diverso, ma esse tutte rappresentano una deviazione dallo stato normale di lucidità, continuità e connessione. Nello stato di veglia, la coscienza permette di prestare attenzione spontaneamente a quanto ci circonda, di riflettere su se stessi, di distinguere la fantasia dalla realtà.

In alcuni stati di coscienza alterata, queste capacità vengono meno, rendendo diverso il rapporto con il mondo. Gli elementi o i contenuti che compongono il nostro stato ordinario di coscienza, possono essere più o meno chiari e numerosi. Anche nello stato di coscienza normale vi sono differenti gradi di lucidità. Secondo Bini e Bazzi, le alterazioni dello stato di coscienza, anche se varie, possono essere racchiuse in due categorie. La prima, mette in luce la “diminuzione complessiva delle singole funzioni e dei meccanismi della psiche e della sua strutturazione, mentre una diminuzione del controllo di coscienza, cioè della capacità d’introspezione e di discriminazione delle funzioni psichiche” si riscontra nella seconda categoria (Bini e Bazzi, Trattato di Psichiatria, pag.414).
Possiamo avere un’alterazione ipnoide della coscienza, che si manifesta con lo stato di torpore, oppure un’alterazione crepuscolare della coscienza, causa di un restringimento del campo della coscienza.
Lo stato crepuscolare onirico è caratterizzato dal restringimento della coscienza e da alterazioni del modello di controllo, mentre un’alterazione oniroide della coscienza, o stato oniroide, si manifesta con alterazioni qualitative più che quantitative. Questi esempi mostrano la straordinaria flessibilità e mutabilità dello stato di coscienza.
Jaspers ci ricorda che: “La nostra intera vita psichica può, a sua volta, avere gradi di coscienza differenti, che vanno dalla coscienza più lucida, attraverso i livelli d’offuscamento, fino all’incoscienza. Ci possiamo figurare la coscienza come un’onda. La coscienza lucida, chiara, è l’apice dell’onda…. che diventa sempre più bassa fino al suo completo defluire nella perdita di coscienza” (K. Jaspers, Psicopatologia Generale, pag.150).
Le alterazioni della coscienza non sono ne uniformi e ne provocate dalle stesse cause, ma esse sono presenti anche negli individui normali

Il sonno e il sogno, l’ipnosi, l’ubriachezza, l’uso di sostanze psicoattive, l’estasi amorosa, la meditazione ecc., mostrano come il nostro stato ordinario di coscienza possa andare incontro a facili modificazioni. Non solo, ma possono esserci delle continue perdite temporanee d’attenzione, oppure lievi oscillazioni della coscienza, che mettono in luce l’enorme variabilità e mutabilità dello stato di coscienza. Non tutte queste alterazioni rientrano nel campo della psicopatologia, anche perché se così fosse saremmo tutti malati.

Il flusso di coscienza può essere interrotto in ogni momento, nelle emozioni violente, negli stati angosciosi ecc., possiamo notare dei leggeri offuscamenti, o vedere che il campo della coscienza è completamente riempito dagli stati affettivi.

Al contrario possiamo notare anche un’intensificazione della coscienza, una maggiore lucidità e una profonda chiarezza che normalmente non si hanno. Molte descrizioni di stati estatici descrivono quest’aumentata lucidità e maggiore chiarezza, accompagnati dalla capacità di compiere lavori intellettuali senza gran fatica. Anche F. Dostoevskij, in un suo romanzo, scrive che durante l’aura, che precedeva un attacco epilettico, notava un’aumentata lucidità e chiarezza di coscienza.
Il nostro ordinario stato di coscienza è caratterizzato da un alto grado di razionalità e da un grado relativamente basso di capacità immaginativa, mentre nello stato di sogno notturno, l’immaginazione prende il posto della razionalità.

Le strutture non solo possono funzionare a livelli d’intensità superiori o inferiori, ma alcune strutture possono cessare di funzionare e altre, che in precedenza erano latenti, iniziano a funzionare provocando il cambiamento di stato.

Lo psichiatra americano Roland Fischer collega gli stati di coscienza a livelli d’attivazione del sistema parasimpatico e ortosimpatico. L’elemento determinante per il passaggio da uno stato di coscienza all’altro è espresso dalla velocità di elaborazione del cervello. In altri termini, cambiare la velocità di lavoro del cervello significa cambiare stato di coscienza.

Lo stato ordinario di coscienza è rappresentato da un equilibrio ottimale tra le informazioni che il cervello riceve e quelle che elabora, così, se tale equilibrio viene a mancare, ecco che si possono manifestare stati non ordinari di coscienza. L’esperienza della trance, nello schema di Fischer, è lo stato di massima velocità di lavoro del cervello. I vari modi per indurre uno stato alterato di coscienza, mettono in luce il fatto che il nostro ordinario stato di coscienza è solo una delle tante possibili strutturazioni della mente.

L’aggettivo alterato non deve assumere una tonalità negativa o patologica.
Quello che per una persona è uno stato di coscienza alterato può essere per un’altra un’esperienza quotidiana. In definitiva, forse, non esiste uno stato di coscienza che possa essere definito normale. Possiamo solo affermare che uno stato di coscienza alterato consiste in un’alterazione radicale della modalità globale della coscienza, dove alcune specifiche funzioni psicologiche possono svolgersi in maniera più lenta o più veloce, più o meno efficiente.

La memoria, il ragionamento, il senso d’identità, le facoltà motorie ecc., sono tutte investite da dei cambiamenti improvvisi. Si tratta di un modo diverso d’elaborare le informazioni, incamerando selettivamente e scartando, attribuendo valori secondo scale diverse. Anche il nostro normale stato di coscienza è una costruzione, creatasi sulla base d’imperativi biologici e culturali, per permetterci di rispondere al nostro mondo fisico, intrapersonale ed interpersonale.
Di sicuro, alcuni stati alterati di coscienza non sono adatti per affrontare certi tipi di situazioni, come lo è il nostro stato ordinario, ma potrebbero esserlo in altre situazioni.
Presso certe popolazioni, la possibilità di sperimentare stati diversi di coscienza è considerata del tutto normale, mettendo in luce il carattere relativo della normalità e che lo stato di coscienza a noi più noto e consueto non è detto che sia il più ottimale.
Tutto ciò mostra “di nuovo la molteplicità dei significati e l’ambiguità di ciò che noi chiamiamo lo stato della coscienza nella sua totalità” (K. Jaspers, Psicopatologia Generale, pag.155).
In realtà, come abbiamo sottolineato più volte sopra, essere coscienti di qualche cosa è un’esperienza che tutti conosciamo , ma di cui non è possibile dare una definizione riduttiva.
Per coscienza normale dunque potremmo intendere “uno stato psichico in cui ci troviamo abitualmente quando siamo svegli”.
La coscienza, inoltre, nel corso della giornata, può subire sensibili oscillazioni di intensità, oscillazioni qualitative, pur rimanendo sempre una coscienza di veglia.

In diverse culture la possibilità di sperimentare stati diversi di coscienza è considerata del tutto normale, mentre appare dubbia la nostra posizione a riguardo.
Andando ad analizzare meglio lo spettro delle potenzialità della coscienza ci si accorge molti di queste diverse forme di esperienza svolgono un ruolo importante all’interno della nostra vita.
Il sonno e gli stati di coscienza lievemente alterata che precedono o seguono il sonno; lo stato ipnagogico, lo stato ipnopompico, il sonno profondo e il sonno con sogni: ancora il sogno lucido, gli stati più o meno creativi, le nostre piccole trance quotidiane, le fantasticherie, gli stati di profondo rilassamento e gli stati meditativi, fino a giungere alle estasi sono alcuni esempi di come il nostro normale stato di coscienza può andare incontro a continue variazioni qualitative, variazioni più o meno intense.
Uno stato di coscienza modificato porta ad un’esperienza diversa della realtà, e questa capacità fluida della coscienza tutti possono sperimentarla in maniera più o meno marcata.
Tra le caratteristiche che più frequentemente si osservano nei diversi stati di coscienza ricordiamo:

  • Alterazione del pensiero
  • Alterazione del senso del tempo e dello spazio
  • Perdita del controllo
  • Diverso modo di apparire delle emozioni
  • Diversa percezione del proprio corpo
  • Distorsioni percettive
  • Modificazione del significato delle cose
  • Acutizzazione dei sensi
  • Dissociazione
  • Amnesia-ipermnesia

Ovviamente queste sono solo i fenomeni più comuni alle diverse esperienze di coscienza alterata.
Questi stati di coscienza diversi possono sorgere spontaneamente oppure possono essere provocati da una grande varietà di agenti e di tecniche che in un nodo o nell’altro interferiscono con il normale flusso di stimoli sensoriali, con la normale reazione motoria, con il normale stato emotivo e con la normale organizzazione dei processi cognitivi.
Potremmo considerare gli stati di coscienza alterata come l’ultimo grido per molte forme dell’espressività e dell’esperienza umana, siano esse forme di adattamento che di disadattamento.

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