Alopecia e Calvizie

La calvizie è una forma di alopecia caratterizzata da una graduale e progressiva perdita di capelli.

Il diradamento comincia nella zona frontale e parietale della testa, quindi nella sommità del capo. Successivamente le due aree si riuniscono, creando una corona di capelli che unisce una regione temporale all’altra, passando dalla nuca. Nei casi più gravi, la perdita dei capelli è completa.

Spesso i capelli appaiono grassi, ma questa untuosità non riguarda il capello in sé stesso (che appare secco), ma il cuoio capelluto. Si tratta di seborrea, cioè di una eccessiva produzione delle ghiandole della nostra pelle.

Un’altra manifestazione che può essere colta è la pitiriasi (la comune forfora): se è presente in piccole quantità può essere considerata un aspetto normale del cuoio capelluto, se invece le lamine sono grandi e la pelle da cui si staccano è arrossata, siamo in presenza di eczema seborroico.

La connessione tra le due manifestazioni e l’eventuale calvizie non sono chiare, ma la frequenza di questi sintomi accompagnata a calvizie è molto alta.

Il telogen effluvium è una modalità di caduta dei capelli che fa seguito a stress emotivi, malattie febbrili soprattutto se prolungate, malattie croniche debilitanti, parto, somministrazione di eparina etc; può essere differenziato in acuto e cronico:

  • Acuto: la caduta, improvvisa e violenta, segue uno stimolo improvviso e violento, della durata di pochi giorni o anche molto più breve (incidenti stradali, morte di familiari, interventi chirurgici, febbre elevata, parti difficili etc), dura da 2 a 3 mesi (cioè il tempo che impiegano a cadere i capelli che si sono “rifugiati” in telogen) e si risolve generalmente con il “ritorno” di tutti i capelli;
  • Cronico: la causa scatenante è molto più sfumata (problemi sociali di adattamento, stati di ansia, somministrazione di particolari farmaci, diete inadeguate etc) e si assiste ad una caduta di capelli generalmente elevata, con durata di mesi o anni, senza variazioni stagionali, senza tendenza alla guarigione spontanea e, con il tempo, comparsa di un diradamento diffuso e di varia entità.

Il termine indica un disturbo psico-neurotico in genere difficile da diagnosticare con certezza e ancora più difficile da fare accettare ai genitori del paziente. Si tratta per lo più di bambini che, più o meno coscientemente, prendono l’abitudine di attorcigliare e tirare i capelli con le dita.

L’alopecia si manifesta preferibilmente nelle aree fronto-parietali con chiazze irregolari della grandezza di anche diversi centimetri, nelle quali i capelli sono in parte assenti ed in parte spezzati all’altezza di 2-3 mm (al di sotto di questa lunghezza non è infatti possibile afferrarli con le dita). Il cuoio capelluto appare indenne.

Se nell’area interessata vengono asportati i capelli superstiti si potrà osservare la completa assenza di quelli in fase telogen.

Istologicamente, nei casi gravi, il follicolo può subire fratture nella continuità della matrice e distacco della guaina epiteliale esterna da quella connettivale (ferite al cuoio capelluto a causa dell’asportazione della pelle collegata alla radice del capello) con successive emorragie intra ed extra follicolari (si presentano ferite come da abrazione con perdita di sangue) e riparazione più o meno completa con tessuto cicatriziale (croste molto evidenti).

Ciò determinerà, anche se lo stimolo cessa, la persistente impossibilità di produzione di un capello normale (tricomalacìa). La terapia è di competenza medico-psicologica.

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