Definiamo apprendimento l’insieme dei processi che, provocando una modificazione dei vecchi modelli di comportamento o l’acquisizione di nuovi, consente all’individuo di far propri una migliore conoscenza ed un migliore adattamento all’ambiente. Nell’apprendimento è quindi implicato un cambiamento nell’interazione tra il comportamento dell’organismo e gli eventi ambientali.

In questo contesto vanno distinti due tipi di modificazione: l’assimilazione, cioè la formazione di nuovi moduli comportamentali (l’individuo è in grado di assimilare le informazioni ricevute dal mondo esterno, facendole diventare parti integranti di sé stesso), e l’accomodamento, cioè la modificazione degli schemi interni all’individuo di fronte a nuove situazioni, allo scopo di adeguarsi ad un cambiamento della realtà.
L’apprendimento, così come ha dimostrato per primo Darwin, nella sua teoria dell’evoluzione della specie, rappresenta uno dei meccanismi che assicurano la sopravvivenza di un organismo, in quanto permette all’individuo di  adattarsi, di reagire in modo appropriato alle  molteplici richieste di cambiamenti provenienti dall’ambiente. Gli organismi che si comportano in modo adattivo sono favoriti nella competizione  per la sopravvivenza (selezione).

Con questa definizione si escludono tutte le modificazioni di breve durata dovute a condizioni temporanee, episodi isolati, eventi occasionali, fatti traumatici, mentre il riferimento all’esperienza esclude tutte quelle modificazioni determinate da fattori innati o dal processo biologico di maturazione.
L’apprendimento è conseguente all’esperienza, all’esercizio o all’osservazione; non è un processo direttamente osservabile, ma è inferibile dalla comparazione di più prestazioni degli individui, antecedenti e successive ad una data sollecitazione. Il Cambiamento si misura utilizzando i seguenti indici: ampiezza della risposta, latenza e velocità della risposta, lunghezza del periodo di tempo durante il quale un comportamento viene attivato, frequenza e numero di ripetizioni per apprendere un compito.
Si è soliti distinguere due tipi di apprendimento: l’apprendimento associativo e l’apprendimento cognitivo.
Gli studiosi che principalmente si sono interessati all’apprendimento sono i comportamentisti: essi lo considerano un fenomeno di associazione tra stimoli e risposte ed utilizzano il metodo di indagine sperimentale.
Nell’ambito del comportamentismo si distinguono due diversi paradigmi per spiager l’apprendimento:

  • Il condizionamento classico sostenuto da Watson, prende avvio dagli studi di Pavlov, il quale studiando l’attività digestiva dei cani osservò la presenza di alcuni fenomeni inaspettati: il cane salivava non solo quando gli veniva somministrato il cibo (RI,naturale, innata), ma alla sola vista di chi lo portava. Da qui nacque la procedura del Condizionamento, processo in cui uno stimolo neutro acquista la capacità di produrre la risposta prodotta precedentemente da uno stimolo incondizionato: vengono presentati al cane in successione temporale e pre un certo numero di volte due stimoli, uno neutro (suono) e uno incondizionato (cibo) cioè in grado di elicitare immediatamente e naturalmente la salivazione. Dopo diversi accoppiamenti in breve successione temporale il primo stimolo da solo produceva la salivazione. Pavlov definì il cibo stimolo incondizionato (SI) e il campanello stimolo condizionato (SC): di conseguenza, sono state chiamate risposta incondizionata (RI) l’emissione di saliva dopo la presentazione del cibo e risposta condizionata (RC) quella dopo il suono del campanello.
  • Il condizionamento operante consente lo studio degli apprendimenti più complessi e fu messo a punto da Skinner,  il quale riprese gli studi condotti da Thorndike sull’apprendimento per prove ed errori ( a Thorndike si deve la legge dell’effetto :tra le varie risposte che un soggetto dà alla medesima situazione, quelle accompagnate o seguite da soddisfazioni, cioè quelle giuste, si fisseranno e tenderanno a ripetersi con maggiore probabilità, mentre quelle inesatte si ripeteranno con minore probabilità fino all’estinzione e legge dell’esercizio: la ripetizione di una risposta diventa sempre più probabile quanto più spesso viene ripetuta. Pertanto un comportamento può essere appreso più facilmente se vengono applicate le due leggi contemporaneamente: quanto più spesso viene favorita una risposta piacevole, tanto più consistente sarà un apprendimento) Skinner effettuò una serie di esperimenti utilizzando la “Skinner  box” una gabbia che gli permetteva di osservare il comportamento di un ratto che imparava a premer una leva per ottenere del cibo. Mentre inizialmente l’associazione tra R (la pressione della leva) e Rinforzo (cibo) era casuale, successivamente l’azione diveniva intenzionale: il topo agiva sull’ambiente per ottenere il rinforzo. Il condizionamento operante è infatti così chiamato perhcè considera l’organismo come attivo (operante) nel suo ambiente. Grazie a questi esperimenti Skinner concluse che l’apprendimento deriva dalle conseguenze di un comportamento, le quali possono diminuire (punizioni) o aumentare (rinforzo) la probabilità che quel comportamento accada.

Il Comportamentismo ha documentato 3 fenomeni del condizionamento:

  • generalizzazione dello stimolo: L’ individuo è in grado di rispondere non solo ad uno stimolo specifico, ma anche a stimoli analoghi. Secondo i comportamentisti la generalizzazione spiega il crearsi di risposte patologiche osservate nelle nevrosi fobico-ossessive.
  • estinzione: se le associazioni tra SC e SI (condizionamento classico) cessano per lungo tempo o quando ad un comportamento non fanno più seguito conseguenze (rinforzi o punizioni) diminuirà la forza del condizionamento e la RC sarà sempre meno costante fino a scomparire.
  • recupero spontaneo: ricomparsa di una risposta, precedentemente appresa, e poi estinta, se l’associazione viene ripresentata.

La terapia comportamentale consiste in un approccio psicoterapeutico basato sul presupposto che la maggior parte dei disturbi psicopatologici sia il risultato dell’ apprendimento di pattern di risposta inadeguati, e perciò disadattivi. Alcune tecniche comportamentali volte all’apprendimento di nuovi comportamenti adattivi o all’eliminazione di condotte disadattive sono:

  • Modellamento :  vengono sistematicamente rinforzate le risposte che si avvicinano progressivamente al comportamento meta finché il soggetto non acquisisce una abilità nuova rispetto al suo repertorio.
  • Decondizionamento: consiste nell’associare ad uno stimolo che produce una risposta inadeguata (ansia eccessiva) uno stimolo antagonista (rilassamento). Il decondizionamento risulta efficace nell’estinzione di comportamenti come l’alcolismo e la bulimia (somministrazione di farmaci che associati ad alcol e cibo provocano effetti negativi nell’organismo) o come le fobie.

Negli anni ’20 Watson ipotizzò che le fobie potessero essere il risultato di condizionamento casuali a stimoli insignificanti e attraverso degli esperimenti dimostrò come fosse possibile spiegare la genesi di alcune fobie in base alle leggi dell’apprendimento e del condizionamento e come fosse possibile applicare le stesse leggi a scopo terapeutico. (es caso del piccolo Albert, il figlio di 11 mesi che fu sperimentalmente condizionato ad avere paura di una piccola cavia bianca, associando la presenza di questa ad un forte rumore improvviso, dopo 7 presentazioni dei due stimoli accoppiati, la semplice vista della cavia provocava una reazione di paura che si estese ben presto ad altri stimoli percettivamente simili).Secondo Watson tale condizionamento poteva essere superato adottando varie soluzioni, tra cui l’estinzione sperimentale, il ricondizionamento, o provocando una “competizione con la paura” attraverso uno stimolo gradito (controcondizionamento)
La scuola della Gestalt  propose la teoria dlel’apprendimento di tipo intuitivo (insight) in opposizione all’apprendimento per prove ed errori dei comportamentisti.
Kohler ha mostrato questa forma di apprendimento negli scimpanzé : posti in un gabbia in cui non riuscivano a prendere le banane appese al soffitto, invece di insistere con vani sforzi per raggiungerle si soffermavano a considerare la situazione e poi improvvisamente congiungevano dei bastoni trovati nella gabbia. La spiegazione di Kohler a questo fenomeno  si opponeva a quella di Thorndike, il quale riteneva che soluzione di un problema dipendesse dall’associazione di esperienze precedenti, da una catena di prove ed errori. Sebbene vi fosse effettivamente una serie di prove ed errori, quello che Kohler voleva mettere in evidenza era la proprietà del pensiero per cui vi era una ristrutturazione cognitiva della situazione ( di tutte le esperienze e delle condizioni presenti) che consentiva una nuova “visione” del problema (pensiero produttivo). L’apprendimento diventa così un processo creativo di soluzione di problemi, che consente l’emergere dell’ insight.
Secondo i congnitivisti l’apprendimento non poteva essere spiegati semplicemente attraverso il modello associativo comportamentista S-R perché in esso i processi interni all’organismo (pensiero, memoria, attenzione, linguaggio, intelligenza, percezione) assumono un ruolo determinante nella mediazione tra stimolo e risposta. Si passa da un modello S-R a dun modello a tre variabili S-O-R. In quest’ottica quindi, l’uomo non si adegua passivamente ad una situazione, ma cerca di coglierne il significato, formando nessi logici tra una situazione, le azioni in essa possibili e le conseguenze di queste ultime. Tolmann  è stato uno degli autori che ha evidenziato l’importanza degli aspetti cognitivi dell’apprendimento, introducendo il termine di Mappa cognitiva per indicare una sorta di rappresentazione cognitiva della situazione di cui il soggetto ha già avuto esperienza e che gli permette di agire in modo tale da raggiungere la meta.
Sia i comportamentisti che i cognitivisti trascurarono, con tali studi, il peso della motivazione nelle sue dimensioni esterne ed interne, conscie ed inconscie, ed altre variabili relative a differenze individuali. Solo nell’analisi di Bandura i fattori interni al comportamento umano, quali i pensieri e le emozioni, acquistano un ruolo causale.
Bandura  ha elaborato una teoria, nota come self-efficacy, secondo la quale l’apprendimento  è influenzato  dalle aspettative che ciascun soggetto nutre nei confronti delle proprie capacità. L’aver ottenuto in passato buoni risultati influisce sulla percezione delle proprie abilità. Dunque non conta tanto il successo, ma anche l’interpretazione delle cause che  li hanno determinati. A seconda che il successo o il fallimento siano attribuiti a cause interne o esterne, controllabili o incontrollabili, variano le reazioni affettive e cognitive che conseguono a tali risultati: colui che è convinto che il risultato della sua prestazione sia determinato da fattori interni e  controllabili avrà maggiori probabilità di successo rispetto a chi pensa che sia determinato da cause esterne e incontrollabili (il fato).
Secondo Bandura inoltre l’apprendimento non implica il contatto diretti con le cose ma può avvenire indirettamente mediante  le osservazioni delle azioni compiute da altri individui che fungono da modello. Egli coniò infatti il termine modellamento (modeling) per definire una modalità di apprendimento basata sull’osservazione di un modello e sull’imitazione del suo comportamento.
Le tecniche derivate dalla teoria cognitivista partono dal presupposto che i disturbi del comportamento derivino da schemi di pensiero disadattivo (convinzioni irrazionali). Il compito della terapia è quindi quello di mettere in grado il paziente di riconoscere questi errori di pensiero (es polarizzazioni, personalizzazione e ipergeneralizzazione) per poterli modificare.
In particolare la tecnica di ristrutturazione razionale-sistematica evidenzia il ruolo delle convinzioni irrazionali e mira alla loro modificazione; la tecnica del problem solving è finalizzata allo sviluppo di una strategia generale per far fronte alle situazioni problematiche con modalità più originali ed efficaci; infine con le tecniche di modificazione immaginativa si addestra il paziente a interrompere una fantasia ansiogena e a sostituirla con una fantasia piacevole.
L’apprendimento è un fenomeno complesso e multideterminato indagato con il metodo sperimentale e oggetto di numerose dispute teoriche sia nella psicologia generale che in quella applicata. Ancora oggi non si dispone di una teoria in grado di coglierne tutti gli aspetti ma è comunque sostanzialmente riconosciuto il fatto che vi siano più tipi di apprendimento diversi tra loro.

Fonte: (Riassunto da) “Psicologo verso la professione” , P.Moderato-F. Rovetto; ed. Mc Graw Hill

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