La maggior parte delle ricerche sull’ipermnesia sono riassunte in esauriente revisione della letteratura condotta da Relinger (1984). Come vi è da aspettarsi vi sono studi che riportano indicazioni circa alla persistenza della traccia mnestica che viene ritenuta aumentare se il materiale iniziale appreso è imparato sotto condizione di pressioni o attivazione emozionale rendendo il fenomeno dell’ipermnesia molto più marcato. Una spiegazione speculativa viene attribuita all’effetto secondario di rilassamento del processo ipnotico. Forse la pressione psicologica contribuisce a bloccare o inibire il richiamo delle funzioni cognitive che è incompiuto di un qualche grado rispetto a quando viene invece compiuto in stato di trance.

Così che il rilassamento e l’abilità di focalizzazione inerente all’ipnosi potrebbero essere al ragione per il presentarsi di un così forte effetto ipermnestico. In questo ultimo caso l’ipermnesia è comparata al ricordare nello stato di veglia privato delle barriere che lo stress pone. Sono molto rilevanti le ancora attuali controversie circa la sindrome da falsa memoria che sono ricapitolati negli articoli sul recupero delle memorie di Kihlstrom (1985).

Nello specifico, qualsiasi aumento valida nella memoria ottenuto attraverso l’ipnosi può essere accompagnato da un corrispondente aumento nell’inesattezza del ricordo o del presentarsi di confabulazione.

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