Lo scopo di questa sezione è quella di riportare i principali approcci psicoterapeutici e descriverne le linee guida e le diversità metodologiche di tali interventi al fine di meglio indirizzare il cliente alla scelta della psicoterpia più adeguata alla sua personale necessità.
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La terapia della Gestalt si caratterizza come un approccio esperienziale piuttosto che verbale o interpretativo.
Il materiale, i sintomi, i vissuti, in una parola i problemi che il paziente presenta in terapia, anche se possono essere determinati da eventi, traumi, esperienze che appartengono al passato e alle vicissitudini storiche del paziente, sono rilevanti solo nella misura in cui interferiscono con la realtà attuale, limitano le esperienze e le relazioni del paziente stesso.
E' necessario quindi, secondo Perls, che la terapia sia orientata, in senso esperienziale, esclusivamente sul presente, sul qui ed ora. L'attenzione va diretta all'attualità intesa nella sua dimensione temporale, spaziale e sostanziale.
In altri termini si chiede al paziente, ma anche al terapeuta, di essere in questo posto, in questo momento e di rivolgere l'attenzione a quanto succede: "chiediamo al paziente di diventare consapevole dei suoi gesti, della sua respirazione, delle sue emozioni, della sua voce, delle sue espressioni facciali, nonché dei suoi pensieri pressanti"
La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale adotta un intervento che inizia con i primi studi di Pavlov sui riflessi condizionati e prosegue tutt'oggi con migliaia di studi sperimentali.
L'assunto di base è che il "sintomo" sia l'espressione di un precedente apprendimento di schemi comportamentali, emotivi e di pensiero errati o disadattivi, derivanti da peculiari esperienze di vita del paziente, eventualmente mantenuti da un contesto interpersonale patogeno nel presente. Il soggetto che li mostra viene pertanto considerato portatore di strutture cognitive non adeguate (convinzioni), o di processi cognitivi inadatti a selezionare e ad elaborare in modo funzionale gli stimoli ambientali. Lo psicoterapeuta in questo caso può attuare, con l'aiuto del paziente, tecniche di condizionamento o decondizionamento sperimentalmente validate, al fine di modificare in modo diretto le risposte emozionali e gli schemi che si sono rivelati disadattivi, o sostituirli con nuovi schemi più funzionali, tramite esperienze (es. esposizione a stimoli prima evitati) e/o comportamenti di tipo nuovo (prescrizioni comportamentali).
Il trattamento pertanto è costituito da procedure di tipo maieutico e psicoeducativo, mentre il cambiamento nel paziente si assume sia legato a processi di apprendimento e ristrutturazione. Una volta eliminati tutti i "sintomi" ed acquisiti comportamenti alternativi, comprese le consonanti strutture cognitive, viene semplicemente eliminato il disturbo. Nuovi atteggiamenti del soggetto nonché i vantaggi dei nuovi comportamenti stabilizzeranno i cambiamenti ottenuti.
L’Ipnositerapia e’ una procedura durante la quale un medico o uno psicoterapeuta suggerisce che il paziente faccia esperienza di cambiamenti nelle sensazioni, percezioni, pensieri o comportamenti;
Tali cambiamenti vengono usati dal sanitario nel trattamento psicoterapico per problemi psichici, oltre che nel trattamento del dolore e di molti problemi psicologici che emergono in campo medico e odontoiatrico;
Il contesto ipnotico e’ generalmente stabilito mediante una procedura di induzione che puo’ essere fatta con tecniche dirette ("convenzionali" o comunque esplicitate) o indirette ("conversazionali" e di utilizzazione).
Le persone rispondono all’Ipnosi in modi diversi. Alcune persone sono altamente responsive nei confronti delle suggestioni ipnotiche e altre sono meno responsive. La responsivita’ influisce sulla profondita’ della trance raggiunta dal soggetto ma non inficia un lavoro psicoterapico svolto con il modello ipnotico;
Le persone che sono state ipnotizzate non perdono il controllo sul loro comportamento.
In aggiunta al suo uso clinico la trance ipnotica viene usata nella ricerca con l’obiettivo di conoscere meglio la natura dell’Ipnosi di per sè, cosi’ come il suo impatto sulle sensazioni, percezioni, apprendimento, memoria e fisiologia.
La terapia “centrata sul cliente” definisce l’approccio elaborato da Carl Rogers. La centratura sul cliente sta a significare che lui stesso dirige l’esplorazione di sé e l’interpretazione del materiale emergente, il terapeuta si astiene dal farlo, diversamente da come avveniva per la pratica psicoanalitica.
La persona può procedere nella comprensione di se stesso da sola, facendo riferimento alle sue risorse e soluzioni interne, che il terapeuta aiuta a far emergere.
Secondo Rogers esiste in ogni organismo, inteso come unità biologica e psicologica, la tendenza all’attualizzazione, ossia la propensione ad assicurarsi la conservazione e l’arricchimento attraverso lo sviluppo delle sue potenzialità, tenendo conto delle possibilità e dei limiti dell’ambiente.
L’approccio rogersiano è caratterizzato dalla “non-direzione” che si esprime in un atteggiamento incondizionatamente positivo da parte del terapeuta, volto ad agevolare la capacità latente della persona di comprendersi da sola e di intuire come risolvere i suoi problemi.
Vengono qui spiegati i presupposti e le linee guida dell'approccio ipnotico ericksoniano.
L'ipnosi clinica e quella Ericksoniana non è una pratica arcana derivata da complesse astrazioni o nozioni mistiche, nè affonda la sua efficacia sulla spettacolarizzazione e le credenze magico-ritualistiche.
I principi e le procedure che noi usiamo in ipnositerapia traggono origine dall'osservazione attenta e diretta delle persone, dei diversi tipi di terapie e dalla natura della trance stessa.
Riportiamo di seguito i 7 presupposti dell'orientamento Ericksoniano
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