Riportiamo qui per agevolare il visitatore alcune sezioni guida sulle maggiori psicopatologie.
La rassegna riporta i sintomi più evidenti, una breve descrizione e la distribuzione sulla popolazione media di tali patologie. Si ricorda al visitatore che quanto riportato ha carattere meramente descrittivo al fine di permettere un personale inquadramento di un eventuale quadro sintomatologico.
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Segue un elenco delle maggiori categorie psicodiagnostiche :
Stare in coppia vuol dire trovare un modo proprio di stare insieme ad un’altra persona.
Esistono diversi modi peculiari di stare insieme.
Ciascuno di noi può scegliere un partner dello stesso sesso, oppure di sesso diverso dal proprio.
Lo scopo del rapporto di coppia non è quello di attuare regole o impersonare ruoli fissi e prestabiliti (il modello dei genitori, di coppie vicine a noi, l’influenza dei codici culturali e morali, dei media), né tanto meno quello di seguire imposizioni del passato.
Lo scopo è quello di essere felici insieme, di esprimere amore e di creare ogni giorno la propria relazione.
Il termine schizofrenia, così definita da Eugen Bleuer all’inizio del ’900, deriva dal greco “mente divisa” e rappresenta la più comune delle psicosi.
I sintomi della schizofrenia possono interessare tutte le funzioni che caratterizzano il comportamento, la cognizione e le emozioni della persona: la percezione, il pensiero, il linguaggio, la volontà, la creatività.
Secondo le stime più recenti, in Italia soffrono di schizofrenia circa 600 mila persone. In base ai dati diffusi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno si registra un numero di nuovi casi che va dai 7 ai 14 per 100 mila abitanti di età compresa tra i 15 e i 54 anni.
La schizofrenia insorge più frequentemente verso la fine dell’adolescenza o all’inizio della vita adulta, e nei maschi si presenta quasi sempre in anticipo rispetto alle donne, con un esordio tra i 15 e i 25 anni, mentre tra le ragazze i primi disturbi compaiono tra i 25 e i 35 anni.
Secondo i riscontri dell’Oms, una persona su tre guarisce completamente, un terzo dei pazienti deve invece essere sottoposto a un trattamento prolungato, che consente comunque di svolgere alcune attività anche se non permette il ritorno a una vita completamente normale. Infine, un terzo tende a diventare paziente cronico, con progressive difficoltà a conservare le normali relazioni sociali.
L’affaticamento cronico è uno stato ben diverso dalle comuni condizioni di stanchezza normalmente sperimentate, di tanto in tanto, da chiunque di noi. Spesso esso dipende da disturbi fisici (come le malattie della tiroide, l’anemia, infezioni da virus, ecc.), spesso è il sintomo di un disturbo emotivo.
In ogni caso, è difficile individuare una unica causa esplicativa della Sindrome di affaticamento cronico, né esiste un test specifico per diagnosticarla.
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