Le dissonnie si dividono in tre gruppi principali:
Nelle parasonnie si distinguono i seguenti disturbi:
L’ultimo tipo di disturbi del sonno, infine, è quello delle insonnie associate a malattie psichiatriche (per esempio disturbi d’ansia, disturbi affettivi e psicosi), neurologiche (per esempio morbo di Parkinson) o internistiche (per esempio angina, reflusso gastroesofageo, tumori).
I disturbi del sonno si distinguono in due categorie principali che sono le dissonnie e le parasonnie e in disturbi del sonno correlati ad altri disturbi mentali, dovuti ad una condizione medica generale o indotti da sostanze.
In questa sede elenchiamo le due categorie generali dissonnie e parasonnie in quanto trattabili con interventi psicologici mirati.
Un disturbo del sonno, spesso, è un sintomo che rivela l'esistenza di una problematica che può andare da disturbi nella sfera ansiosa a problematiche come le alterazioni dell'umore.
L'intervento psicologico per i disturbi del sonno segue una attenta valutazione dei processi che potrebbero mantenere o aggravare il problema.
Il termine disturbi del sonno raggruppa una serie di problematiche di diversa origine di cui le varie forme di insonnia costituiscono solo una parte..Tali disturbi si possono distinguere tre tipi di disturbi del sonno:
Viene definita insonnia la difficoltà ad addormentarsi e a mantenere il sonno, o la disposizione a svegliarsi troppo presto la mattina.
A differenza di quanto comunemente si crede, le persone non hanno bisogno di dormire 8 ore al giorno: il 38% delle persone adulte dorme meno di 7/8 ore a notte senza conseguenze negative sulla propria qualità della vita.
Recenti studi hanno dimostrato che l’essere umano necessita di 6 ore di sonno.
Tutto il tempo in più che dormiamo è “sonno facoltativo”.
Così come non abbiamo bisogno di mangiare cioccolata tutti i giorni, ma alcuni di noi lo fanno perché amano la cioccolata, allo stesso modo non abbiamo bisogno di dormire più di 6 ore al giorno sebbene alcuni di noi lo facciano perché ne traggono piacere.
Possiamo dire di avere un problema d’insonnia solo quando un riposo non soddisfacente limita le nostre capacità fisiche e mentali durante la giornata, per un periodo abbastanza lungo.
Il sonno si divide in due fasi principali: sonno REM e sonno non-REM.
La sigla REM sta per Rapid Eye Movement, perché in questa fase, sotto le palpebre chiuse, i nostri occhi si muovono molto rapidamente. Questa è la parte del sonno durante la quale sogniamo. Anche durante la fase non-REM possiamo occasionalmente sognare, ma – essendo i nostri pensieri brevi e frammentati - non sogniamo con quella vivida componente immaginativa della fase REM.
Il sonno non-REM si divide in 4 fasi durante le quali il nostro corpo e la nostro mente si rilassano.
Le ricerche sulla funzione delle varie fasi del sonno non sono ancora arrivate a una risposta definitiva. Le fasi 3 e 4 sembrano essere quelle che permettono al corpo di rigenerarsi. È l’unico momento in cui il nostro cervello è completamente off-line, si riposa. Per cui, in genere, se per qualche motivo siamo privati di quelle fasi del sonno, la mattina dopo avremo una sensazione di malessere. La fase REM invece è responsabile del nostro recupero mentale. Una conferma in questo senso viene anche dallo studio del flusso sanguigno.
Durante le fasi 3 e 4 la maggior parte del sangue è diretta verso i muscoli, per cui il cervello – non ricevendo molto sangue – ha una scarsissima attività. Nella fase REM, quella in cui sogniamo, avviene esattamente il contrario. È questo il motivo per cui molti studiosi sono convinti che il dormire bene sia legato a queste fasi del sonno e non al numero delle ore.
Studi recenti stanno ulteriormente chiarendo le funzioni dei vari stadi del sonno: nella fase 2 sembrerebbe esserci una relazione tra la comparsa dei fusi del sonno (che sono delle figure caratteristiche della fase 2 di sonno) e l’apprendimento di schemi motori, nelle fasi di sonno ad onde lente (3-4 NREM), potrebbe esserci un legame tra le onde lente e l’apprendimento delle funzioni esecutive, mentre la fase REM (che prima si pensava essere la fase più importante per l’apprendimento in generale, anche per gli studi sul ritardo mentale in cui la prima scoperta che è stata effettuata sul sonno riguardava la riduzione della percentuale di sonno REM), sembra sia legata ad un tipo di apprendimento correlato al sistema cognitivo emozionale.
Una ricerca americana ha stabilito che circa 20 milioni di americani guardano la televisione tra mezzanotte e le tre del mattino. Probabilmente molti di loro soffrono di insonnia. La maggior parte delle persone ha, infatti, problemi di insonnia in alcuni momenti della propria vita. Solo il 10-15% della popolazione, tuttavia, soffre di una insonnia grave o frequente. La percentuale aumenta dopo i 60/65 anni. È stato stabilito che le donne ne soffrano maggiormente. Ad esempio l’insonnia è abbastanza comune durante la gravidanza.
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Quali sono le cause?L’insonnia può essere:
È stato inoltre rilevato che problemi di insonnia possono essere causati dallo stile di vita (stress, scarso tempo libero, alimentazione non sana, poca attività fisica…) e da cattive abitudini del sonno (guardare la tv a letto, lavorare a letto, svegliarsi e andare a dormire in orari sempre diversi, pisolini prolungati durante la giornata…).
Alcuni farmaci assunti per problemi respiratori, pressione arteriosa, o medicinali a base di steroidi possono essere tra le cause dell’insonnia. L’insonnia secondaria, paradossalmente, può essere anche causata da alcune medicine prescritte per curarla.
È stato provato, inoltre, che l’alcol, la caffeina e la nicotina hanno effetti negativi sul sonno.
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Abbiamo una percezione reale di quanto dormiamo?
Un altro aspetto interessante riguarda gli studi sul sonno: attraverso l’uso della polisonnografia è stato dimostrato che molte delle persone che soffrono di insonnia dormono più di quanto credono. Spesso le convinzioni sbagliate circa quanto e come si dovrebbe dormire possono essere una ulteriore causa di stress e contribuire a tenere svegli. Le persone che dormono bene normalmente impiegano circa 30 minuti per addormentarsi e durante la notte si svegliano diverse volte. Perciò non è realistico aspettarsi di addormentarsi non appena ci si mette a letto e di non svegliarsi mai durante la notte.
Un’altra importante considerazione riguarda il nostro orologio interno corporeo, che controlla il nostro ciclo sonno-veglia modulando la sensazione di sonnolenza o di vigilanza. L’orologio interno si differenzia da persona a persona. Alcune vanno a dormire presto e si svegliano presto (sono dette allodole), altre vanno a dormire molto tardi e si svegliano tardi (sono dette gufi). Le prime tenderanno ad essere maggiormente attive e vigili la mattina, mentre le altre lo saranno più avanti nella giornata.
L’insonnia può durare più o meno a lungo. In genere si distingue in:
Il sonno è importante per la salute fisica e psicologica, quindi per la qualità della nostra vita. Quando si soffre di insonnia per un periodo di tempo abbastanza lungo ci si sente stanchi, affaticati e poco pronti a reagire, più irritabili, più ansiosi, con difficoltà di concentrazione e di memoria. Il nostro stato potrà dunque influenzare in modo negativo la nostra felicità, la nostra vita di coppia, la nostra efficienza sul lavoro.
{tab=Trattamento}
La Psicoterapia prevede, prima di tutto, una diagnosi precisa del tipo di disturbo del sonno.
Spesso è sufficiente, infatti, intervenire sulle abitudini di vita (fare un bagno tiepido prima di andare a dormire, evitare i sonnellini pomeridiani, fare attività fisica durante il giorno, evitare di assumere caffeina o alcol la sera, modificare la propria alimentazione, ecc.) e sui fattori ambientali (il rumore, la temperatura nella stanza, la comodità del letto in cui si dorme, ecc.) per ridurre o eliminare il problema dell’insonnia.
Vengono utilizzate, poi, tecniche che agiscono sui pensieri di tipo ansioso e sulle abitudini all’origine dell’insonnia (cognitive, eriksoniane,ecc.).
Altre terapie, come quella ipnotica, intervengono sui pensieri che non consentono alla mente di rilassarsi; quella comportamentale cerca di migliorare la qualità del sonno attraverso tecniche di rilassamento, di meditazione, di ricondizionamento (il corpo viene ricondizionato gradualmente ad associare il letto e l’ora di andare a dormire con il sonno), di limitazione del sonno (spesso le persone che soffrono di insonnia trascorrono troppo tempo a letto cercando di dormire inutilmente, così si diminuiscono le ore di sonno per poi aumentarle gradualmente).
Il trattamento farmacologico dell’insonnia può essere utilizzato, come soluzione temporanea, nei casi di gravi traumi emotivi (un lutto, la perdita del lavoro…), serie malattie, o nel caso di periodi lunghi e debilitanti di insonnia.
Le medicine non possono intervenire efficacemente sulle cause all’origine dell’insonnia, per cui devono essere considerate assolutamente una soluzione a breve termine.
In ogni caso è necessario uno stretto controllo medico per valutare l’efficacia e gli effetti collaterali delle medicine prescritte (strascichi la mattina, tensione, nervosismo, minore energia, irritabilità, mal di testa…).
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