Disturbi del Comportamento

Immaginate di vivere in un caleidoscopio in veloce movimento, dove suoni, immagini e pensieri cambiano costantemente.

Di provare noia facilmente, di non riuscire a rimanere concentrati sulle attività che bisogna completare.

Di essere distratti da qualsiasi suono e stimolo visivo, la vostra mente vi trascina da un pensiero all’altro, da un‘attività all’altra.

Magari siete così coinvolti in un’intricata rete di pensieri e immagini che non vi accorgete quando qualcuno parla con voi.

Per molte persone, soffrire di questi sintomi vuol dire essere affetti da un Disturbo da Deficit dell’Attenzione / Iperattività. Queste persone possono essere incapaci di rimanere seduti e fermi, di progettare in anticipo e finire le attività che si sono iniziate, o di essere pienamente consapevoli di quello che sta accadendo loro intorno. Agli occhi dei loro familiari, compagni di classe, o colleghi di lavoro, sembrano vivere in un turbine di attività disorganizzate e frenetiche.

Inaspettatamente invece (in alcuni giorni e in alcune situazioni) sembrano stare bene e ciò lascia presupporre che le persone con Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività, in realtà, siano in grado di controllare i loro comportamenti.

Come risultato, il disturbo può rovinare le relazioni interpersonali di chi ne è affetto, prosciugare le loro energie, diminuire l’autostima e arrivare a distruggere loro la vita.

L’Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività, un tempo chiamato disfunzione cerebrale minimale o ipercinesi, è uno dei più comuni disturbi mentali nei bambini. Colpisce dal 3 al 5% dei bambini, circa 2 milioni di bambini americani. I maschi sono colpiti in proporzione due o tre volte di più delle femmine. Negli Stati Uniti, in media, almeno un bambino in ogni classe soffre di questo disturbo e ha bisogno di aiuto. Spesso l’Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività continua nell’adolescenza e in età adulta e può interferire significativamente nella vita quotidiana, causando intense sofferenze emotive e distruggendo sogni e speranze.

Il Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività può essere identificato solo osservando certe caratteristiche comportamentali che variano da persona a persona. Viene diagnosticato ai bambini e agli adolescenti che mostrano costantemente certe caratteristiche comportamentali per un certo periodo di tempo. I più comuni comportamenti sono inclusi in tre categorie base: disattenzione, iperattività e impulsività.

  • Disattenzione.Le persone che soffrono di disattenzione hanno serie difficoltà a rimanere concentrati su qualsiasi cosa e possono annoiarsi di un’attività intrapresa, dopo solo pochi minuti. Possono prestare attenzione alle attività e alle cose che piacciono spontaneamente, senza sforzo e in modo automatico. Ma risulta loro molto difficile focalizzare l’attenzione deliberatamente per organizzare e finire un lavoro o imparare qualcosa di nuovo.
  • Iperattività. Le persone iperattive sembrano sempre in movimento. Non riescono a rimanere seduti tranquilli. Possono parlare ininterrottamente o buttare le cose all’aria. Rimanere seduti al banco durante una lezione può essere un compito impossibile. I bambini iperattivi si dimenano nei loro banchi o vagano per la classe. Oppure possono muovere i piedi, toccare ogni cosa o tambureggiare noiosamente con la penna. Adolescenti e adulti iperattivi possono sentirsi fortemente irrequieti. Possono essere agitati o possono fare diverse cose contemporaneamente, saltando da un’attività all’altra.
  • Impulsività. Le persone che sono eccessivamente impulsive sembrano incapaci di tenere a freno reazioni immediate o di pensare prima di agire. Il risultato è lasciarsi scappare di bocca commenti inappropriati. Oppure possono correre per la strada senza guardare se ci sono macchine che stanno passando. L’impulsività può rendere loro difficile aspettare per avere qualcosa che vogliono o attendere pazienti il loro turno durante alcuni giochi. Possono strappare di mano un giocattolo ad un altro bambino o picchiare quando sono arrabbiati o frustrati.

Non tutti coloro che sono eccessivamente iperattivi, disattenti o impulsivi hanno un disturbo dell’attenzione.

Per valutare se una persona ha tale patologia, gli specialisti considerano diverse domande critiche cui dare una risposta:

  • Questi comportamenti sono eccessivi, pervasivi e si manifestano continuamente nel tempo?
  • Ovvero, si manifestano più spesso rispetto alle altre persone della stessa età?
  • Sono un problema continuo, non esclusivamente una risposta ad una situazione temporanea?
  • Questi comportamenti avvengono in diverse situazioni e circostanze o solo in specifici luoghi, come in ufficio o nel cortile durante la ricreazione?

criteri per poter adeguatamente diagnosticare la disattenzione includono:

  • Venire facilmente distratti da suoni e stimoli visivi irrilevanti;
  • Non riuscire a prestare attenzione ai dettagli e commettere errori di distrazione;
  • S eguire attentamente e completamente le istruzioni solo di rado;
  • Perdere o dimenticare cose, come giocattoli, matite, libri e strumenti specifici e necessari per determinate attività.

Alcuni segni di iperattività e impulsività sono:

  • Sentirsi irrequieti, agitando e dimenando spesso le mani o i piedi;
  • Correre, arrampicarsi o alzarsi in pedi, incapaci di rimanere seduti nelle situazioni nelle quali è richiesto di rimanere tranquilli;
  • L asciarsi scappare di bocca le risposte prima di ascoltare per intero le domande;
  • Avere difficoltà a stare in coda o ad aspettare il proprio turno.

I comportamenti devono manifestarsi precocemente nell’arco della vita, prima dei 7 anni e devono manifestarsi con continuità per almeno 6 mesi.

Nei bambini, devono essere più frequenti e più gravi rispetto ad analoghi comportamenti manifestati da altri bambini della stessa età. Cosa fondamentale, i comportamenti devono creare un reale handicap in almeno 2 aree di vita della persona, per esempio a scuola, a casa, al lavoro o nell’ambiente sociale.

Che cosa può assomigliare a un Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività ?

  • Scarsi risultati a scuola a causa di un disturbo dell’apprendimento;
  • Cadute dell’attenzione causate da crisi epilettiche ;
  • Un’infezione all’orecchio medio che causa un problema di ascolto intermittente;
  • Comportamento disturbante o apatico, dovuto ad ansia o depressione.

Una delle difficoltà nella diagnosi del disturbo è la presenza di ulteriori problemi che spesso accompagnano il Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività. Per esempio, molti bambini soffrono anche di uno specifico disturbo dell’apprendimento, il che vuol dire serie difficoltà a padroneggiare il linguaggio o certe abilità scolastiche, solitamente leggere, scrivere e far di conto. Il’Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività non è di per sé uno specifico disturbo dell’apprendimento. Ma siccome può interferire con l’attenzione e la concentrazione, rende ulteriormente difficile e impegnativo, per un bambino con deficit dell’apprendimento, imparare e andare bene a scuola.

Molti bambini (in particolare i più giovani e i maschi) hanno esperienza di altri disturbi emozionali. Circa uno su quattro soffrono d’ansia. Si sentono tremendamente preoccupati, tesi o a disagio, anche quando non c’è nulla di cui avere paura. Siccome queste sensazioni sono più spaventose, forti e frequenti delle normali paure, possono influenzare i comportamenti e i pensieri di questi ragazzi.

Il Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività è una diagnosi seria che richiede un trattamento di lunga durata attraverso farmaci e interventi di consulenza psicologica e di psicoterapia.

E’ perciò importante che uno specialista per prima cosa osservi e gestisca ogni altra possibile causa di questi comportamenti.

Oltre agli psicologi della scuola, ci sono molte altre figure professionali qualificate per la diagnosi e la cura. I neuropsichiatri infantili sono medici specializzati nella diagnosi e nella cura dei disturbi mentali e comportamentali nell’infanzia. Uno psichiatra può fare terapia e prescrivere qualsiasi farmaco necessario. Anche gli psicologi infantili sono qualificati nel diagnosticare e curare tali disturbi. Possono condurre una terapia con il bambino e aiutare la famiglia a sviluppare tecniche specifiche per fronteggiare il disturbo.

Lo specialista effettua colloqui con insegnati, genitori e altre persone che conoscono bene il bambino, come bidelli, baby-sitter, ecc. Ai genitori viene di solito richiesto di descrivere il comportamento dei figli in diverse situazioni. Possono anche approntare una scala per indicare quanto sembrano intensi e frequenti i comportamenti.

In alcuni casi si possono valutare la salute mentale e l’adattamento sociale del bambino. I test di intelligenza e i risultati nell’apprendimento possono aiutare a capire se il bambino ha un disturbo dell’apprendimento e se le eventuali lacune riguardano tutte le materie scolastiche o solo alcune.

Nell’analizzare i dati, gli specialisti fanno molta attenzione al comportamento del bambino in situazioni rumorose o non-strutturate, come le feste o durante i compiti che richiedono un’elevata attenzione come leggere, risolvere problemi matematici o fare giochi da tavolo. Nella valutazione si attribuisce minore importanza ai comportamenti durante il gioco libero o la libera attenzione individuale.

medicinali non curano il disturbo, si limitano a controllare temporaneamente i sintomi. Sebbene aiutino le persone a prestare maggior attenzione e a completare i loro lavori, non possono aumentare le conoscenze o migliorare le abilità scolastiche; i farmaci da soli non possono aiutare le persone a sentirsi meglio riguardo loro stessi o a fronteggiare i problemi. Questo richiede un altro tipo di trattamento e di supporto, quello psicologico e psicoterapeutico.

Nella psicoterapia i pazienti parlano col terapeuta dei pensieri e delle emozioni sgradevoli, disturbanti; esplorano i modelli di comportamento autodistruttivi e imparano modi alternativi per gestire le proprie emozioni. Nel dialogo il terapeuta cerca di aiutarli a capire come possono cambiare. I pazienti, comunque, di solito vogliono acquisire un controllo più diretto dei loro comportamenti sintomatici. Date queste premesse si rendono necessarie delle modalità di intervento più dirette.