Dolore Sessuale

I disturbi da dolore sessuale includono la dispareunia e il vaginismo.

La dispareunia può verificarsi sia nei maschi che nelle femmine ed è un dolore genitale persistente e continuo nel corso di un rapporto sessuale o subito dopo.

Nel vaginismo si ha la contrazione involontaria della muscolatura vaginale quando si tenta la penetrazione con pene, dita, tamponi o speculum.

La causa non è fisica ma la conseguenza del timore della penetrazione.

Il disturbo si presenta come un ricorrente o persistente dolore genitale associato al rapporto sessuale in un maschio oppure in una femmina. Il dolore non dovrebbe essere giustificabile da condizioni mediche generali. Nelle donne inoltre si dovrà valutare che il disturbo non sia causato da vaginismo o da una carenza di lubrificazione.

Si parla di dispareunia solo una volta esclusa una condizione medica generale il clinico dovrà valutare la presenza dei seguenti criteri per una diagnosi sia nell’uomo che nella donna:

  • Ricorrente o persistente dolore genitale associato al rapporto sessuale in un maschio o in una femmina.
  • L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali.
  • L’anomalia non è causata esclusivamente da vaginismo o da mancanza di lubrificazione, non è meglio attribuibile ad un altro disturbo di Asse I (tranne un’altra disfunzione sessuale), e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale.

Il vaginismo è un disturbo che si manifesta attraverso uno spasmo involontario, persistente o ricorrente, della muscolatura del terzo esterno della vagina e che interferisce con il rapporto sessuale. Il vaginismo, così come vedremo per tutte le disfunzioni sessuali, può essere primario (o permanente) oppure secondario (o acquisito).

Mentre per tutte le altre disfunzioni sessuali l’intervento psicologico è più efficace nel caso in cui il disturbo sia acquisito, per il vaginismo è valido il contrario. L’intervento è più efficace e breve in caso di vaginismo primario, ovvero quando il disturbo si è presentano sin dall’inizio dell’attività sessuale. Questo perché spesso è legato a processi difensivi superficiale che possono essere risolti attraverso un percorso psicoeducativo.

Lo picologo dovrà considerare i seguenti criteri per una corretta diagnosi di vaginismo (non dovuto ad una condizione medica generale):

  • Ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina, che interferisce con il rapporto sessuale.
  • L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali.
  • L’anomalia non è meglio attribuibile ad un altro disturbo di Asse I (per es., disturbo di somatizzazione) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica generale.

Le disfunzioni sessuali possono essere distinte attribuendo due principali coppie di sottotipi (la prima coppia indica l’esordio, la seconda il contesto):

I° Sottotipo

  • tipo permanente (o primario). Se la disfunzione è presente fin dall’inizio dell’attività sessuale.
  • tipo acquisito (o secondario). Se la disfunzione si sviluppa dopo un periodo definito “normale” di attività sessuale.

II° Sottotipo

  • tipo generalizzato. Se la disfunzione non è limitata a specifiche stimolazioni, situazioni o partner.
  • tipo situazionale. Se la disfunzione si limitata a specifiche stimolazioni, situazioni o partner sessuale.

L’intervento psicologico è attualmente uno degli interventi più efficaci per la maggior parte delle disfunzioni sessuali femminili e maschili indicate. La disfunzione sessuale viene vista come l’indicazione da parte dell’organismo di un problema di organizzazione del sistema in cui si evidenzia il problema. L’intervento psicologico è quindi teso alla riorganizzazione funzionale del sistema ovvero a ciò che definiamo “armonizzazione”.

E’ un intervento in genere di tipo breve e che può prendere in considerazione sia soltanto il “portatore del sintomo” sia il sistema sessuale (cioè la coppia).